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Povere creature!



Yorgos Lanthimos



2024, 141' colore



qui recensione di steko



Il professor Godwin ha creato¹ "Bella" inserendo il cervello di un feto nel corpo della madre, morente, che lo portava in grembo. Questa creatura deve quindi crescere in un corpo già adulto; se le funzioni primarie (motilità, linguaggio eccetera) si sviluppano in fretta (perdoniamo la sceneggiatura per amor della messa in scena), Bella ha bisogno di conoscere il mondo per crescere intellettualmente, così accetta la proposta di un avventuriero e scappa con lui verso Lisbona…



Già all'inizio del film si capiva dove si stava andando a parare; il professor Godwin fa una battuta che si basa sul fatto che il suo nome inizi con la parola "dio" e l'assistente subito: "questa battuta l'ha fatta perché il suo nome inizia con God, vero?".



Di continuo Bella ci spiega il suo stato d'animo, ci spiega quello che prova, ad un certo punto incontra un uomo cinico che le mostra l'orrore del mondo: "l'ho fatto per ferirvi" (non ci eravamo arrivati) e lei capisce che dietro c'è in realtà un pavido e quindi pronuncia la seguente battuta: "credo che lei sia in realtà un pavido"²



Una tenutaria di un bordello accoglie Bella che liberamente ha deciso di intraprendere la strada della prostituzione ed esclama: "che bello vedere una donna che sceglie liberamente la propria strada!"



Il problema di questo approccio è che, se la prima volta, bella che dice quello che pensa senza freni ci fa ridere (a causa della nostra ipocrisia cronica, ovviamente), alla seconda è una battuta che già si conosce (quindi non fa più ridere) e il risultato è quello di annullare l'atmosfera della scena. Adesso immaginate che questo gioco si ripeta per pressoché tutto il film.



Aggiungeteci un episodio dove Bella porta il proprio marito (il marito della persona che possedeva il suo corpo, di sua madre insomma³) nel laboratorio del professor Godwin ferito ad un piede e pronuncia la frase: "non lascerò morire quest'uomo dissanguato!", per poi sottoporlo ad un intervento chirurgico per scambiare il suo cervello con quello di una capra, meglio la morte!⁴



Un po' dottor Frankenstein, un po' candido. Con citazioni di Lang, Browning e Melies, ma non bastano; bisogna metterci anche del proprio cinema in mezzo a quello degli altri e insistere che i personaggi spieghino al pubblico quello che il pubblico sta vedendo è esattamente, a mio avviso, il contrario di ogni arte visuale, soprattutto del cinema che fa dell'immediatezza e della forza comunicativa dell'immagine il proprio punto di forza.



Non è che mi sia sia parso un brutto film, il regista è bravo, gli attori tutti meravigliosi, le musiche adeguate, le scenografie un po pacchiane ma funzionali; però la costante distruzione (voluta o meno che sia) di ogni atmosfera lo ha fatto diventare un film che mi ha irritato, non uscivo arrabbiato da un film dai tempi del terzo batman di Nolan, almeno non posso dire che il film mi abbia lasciato indifferente.



Soggettiva - un uomo inquadrato di spalle è seduto su una poltroncina, la musica in crescendo sottolinea il momento aumentando la tensione, l'uomo si volta di scatto urlando: "Che cosa vuoi!"



Controcampo - primo piano, un altro uomo con un coltello in mano e chiaramente armato anche di cattive intenzioni: "sono pervaso da una rabbia profonda che non so spiegare e sento che possa trovare sfogo solo nel tuo omicidio, sono anche razionalmente convinto che ucciderti non risolverà veramente nulla e il sollievo sarà solamente effimero, ecco penso che comunque in ogni caso ti ucciderò"



Dettaglio - coltello che si solleva e si scaglia con violenza verso il basso



Primo piano - l'assassino sogghigna: "Sono quasi certo che sia morto ma l'impeto dell'omicidio insieme ad una strano piacere che provo nel sapere che sta soffrendo mi impediscono di smettere di straziare il suo corpo; d'altro canto penso che sarebbe meglio smettere perché qualcuno potrebbe aver sentito le tue urla e la polizia potrebbe essere vicina, una condizione bizzarra che definirei di grande confusione, non trovi?"



Ecco, immaginate se Carpenter avesse girato così "Halloween".



In sostanza le "povere creature" a cui si riferisce il titolo, siamo probabilmente noi del pubblico.



Ciao!

C.



¹ già si capisce che il film farà uso di metafore raffinatissime

² non è la battuta esatta ma, anche stavolta, penso che ci siamo capiti.

³ sarebbe suo padre, ma questo aspetto, chiaramente poco interessante, viene tralasciato

⁴ inoltre non credo che il cloroformio si misceli con una fase composta da acqua (per la maggior parte) ed alcool etilico, ma capisco che questa sia pedanteria





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