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Decision to Leave



Park Chan-wook



2022, 138' (ma sembrano la metà), colore



=>https://it.wikipedia.org/wiki/Decision_to_Leave



Hae-joon è un detective che lavora a Busan ma nei fine settimana torna dalla moglie ad Ipo, dove quest'ultima lavora come addetta al controllo per la locale centrale nucleare.



Nella vita privata e lavorativa ha un attitudine coscienziosa e responsabile, ma qualcosa cambia profondamente in lui quando deve indagare su un apparente suicidio compiuto da un funzionario dell'ufficio immigrazione in pensione.



Sospettata di ciò che potrebbe essere, invece, un omicidio in piena regola è la moglie del funzionario. Hae-joon si mette così ad indagare la sospettata con la consueta professionalità ma - ben presto- si comincerà a domandare se gli appostamenti che compie per osservare la giovane donna siano dettati da spirito professionale o da un desiderio -inconfessabile- di vederla e di starle vicino...



Il regista mette a segno un altro centro!



Come in "Crimes of the Future"



=>CAN-Crimes-of-the-future.gmi



siamo di fronte ad un melo' molto particolare (seppur meno estremo del film canadese), mescolato con il thriller, il giallo e il poliziesco ma senza perdere un grammo di compattezza nella sceneggiatura, che -in più- guadagna una vena ironica che non era troppo mostrata in altri lavori¹ (vedi la trilogia della vendetta). Siamo di fronte ad un film nostalgico, perché omaggia un numero considerevole di stili e generi del passato (ma con un uso intelligente e fresco delle tecnologie moderne), sia nella storia che nella regia (non potevo che gioire ad ogni zoom, mai usato a vanvera). Il montaggio ha dei peculiari passaggi che fanno filtrare una scena nell'altra con delle soluzioni quasi subliminali e mi sono ritrovato -alla fine- così rapito dalla vicenda che la durata non l'ho sentita per niente. Mi è rimasta nel cuore l'episodio in cui i protagonisti pranzano insieme nella stazione di polizia, dove senza neanche un dialogo e in una situazione apparentemente banale, viene svelata la nascita della complicità tra i due personaggi; mi sono convinto che la forza del mezzo cinematografica si palesi quando i dialoghi sono assenti, vedi per esempio la splendida scena di "Desiderio Inappagato"



=>./sobbalzi.gmi



Ciao!

C.



¹ A parte "I am a Cyborg, but that's OK"



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