E di nuovo col tunz-tunz

Ehilà, salve! È da un po’ che non ci sentiamo.

In quest’ultimo mese, ho sentito molto il bisogno di cercare significato “là fuori”, qualunque cosa significhi. Non ho prestato molta attenzione alla mia presenza sull’Etere né curato il mio diario puntato oltre lo stretto indispensabile. Credo, però, di aver perso qualcosa facendo questa mossa: nonostante io abbia fatto molte cose, mi riesce piú difficile entrare nel dettaglio se voglio raccontare quel che mi è successo.

Voglio, però, salvare lo stesso qualcosa, diario alla mano.

Tanto per cominciare, mi è capitato non una, ma due volte di conversare con delle signore anziane sul treno del ritorno. La naturalezza con cui si può conversare con chi proviene da un’altra era, ossia quando non si aveva un giornale-televisione-libro-telefono in tasca, mi lascia sempre spiazzato: si può dire di tutto, si può torcere il discorso verso ogni argomento, con qualsiasi taglio, ed è tutto a posto. Nessuna pretesa, nessuna aspettativa. Solo puro intrattenimento disinteressato e cordiale.

Forse è perché non ho abbastanza coraggio, ma non credo che ciò sia possibile con persone della mia fascia di età o anche solo un po’ meno anziane. Metterei in lista di provare, ma per farlo senza timori dovrei viaggiare in treno da turista, ed è da un bel po’ che non voglio andare in vacanza.

E poi c’è il capitolo del fine settimana di Pasqua. Ho fatto il pieno di discoteca, per dirla in poche parole.

Esempio del livello di ignoranza raggiunto

Nonostante io non sia affatto il tipo di persona che ci si aspetta vada in posti come quello di cui sopra, la musica mi piace troppo, quindi me ne frego e rovino tutte le foto di repertorio.

Il lunedí di Pasquetta sono stato uno zombie con tre ore di sonno in corpo, ma devo dire che è tutto valso la pena.

Adesso spero solo di restare in forma per il prossimo mese e di continuare a trovarmi con le persone che mi fanno stare bene.

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