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Per qualche motivo a me sconosciuto hanno proiettato il primo lungometraggio del non dimenticato (almeno da me) Satoshi Kon: "Perfect Blue" (1997¹ '81 colore/animazione)



Tra i 25 minuti di pubblicità all'inizio (trailer che, purtroppo, non hanno suscitato in me il minimo interesse: tipo il remake di "Twister"), ho notato che, in questa catena di cinema, non passa più il messaggio che ricorda di spegnere o almeno silenziare i telefoni: battaglia persa? In compenso il volume è così alto che prevedo grandi profitti per le case di produzione di protesi acustiche, in futuro (sempre che il cinema non muoia, ovviamente).



Nonostante tutto, vederlo — finalmente — in sala è valso il prezzo del biglietto incrementato (per l'occasione) facendo leva sugli appassionati. Che il film ancora funzioni l'ho potuto "appurare"² da due fatti



che il pubblico mediamente giovane (io ero probabilmente il più anziano e alzavo la media di un decennio), sia stato molto attento (pochissimi i telefonini accesi e solo all'inizio). Ovviamente tutto questo dal mio parziale punto di vista;



come è successo per la riedizione di "Profondo Rosso"³ ad un certo punto (ben preciso) del film si è levata una voce che ha declamato, afflitta: "non si capisce niente!". Bene cara spettatrice⁴ (e altri che l'hanno senz'altro pensato), se questa è la tua reazione allora il film ha fatto ancora centro: lo slittamento continuo dei piano realtà/finzione ha prodotto in te (noi) la stessa condizione mentale che vive la protagonista del film; se il regista lo avesse fatto altre due volte forse avremmo abbandonato la sala; noi che (al contrario di Mima) possiamo farlo.



Il film fu pensato come girato dal vivo, ma per motivi produttivi (secondo wikipedia) fu tramutato in cartone animato; sono ancora convinto che — dal vivo — la pellicola sarebbe stata meno efficace, lo spostamento tra i piani avrebbe avuto qualcosa di artificioso che nel cartone animato — dove le cose che non esistono nella nostra realtà si producono (al contrario che nei film con attori reali) con la stessa tecnica con le quali si producono le cose della realtà che ci appartiene — non si percepisce. In questo senso ritengo che "Perfect Blue" sia una delle opere che può esistere solo nella forma in cui è; così come — fatte le dovute differenze — la storia di "Watchmen" può essere raccontata solo come fumetto.



Ciao!

C.



¹ quindi, approssimando al decennio, di trent'anni fa

² la parola è tra virgolette perché si tratta solo di un impressione soggettiva, senza validità generale

³

./è-ancora-profondo-rosso.gmi

⁴ deduco così dall'altezza della voce



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